Prevenire il burnout con l’autostima
Sei stanco, vero? Ti dici che devi resistere, che non puoi fermarti adesso. Le email si accumulano, le scadenze incombono, e quella sensazione di esaurimento diventa ogni giorno più forte. Ma non è solo stanchezza quello che stai provando. Se ignori costantemente i tuoi bisogni emotivi e fisici, se senti di dover dimostrare il tuo valore senza sosta, stai camminando pericolosamente verso il burnout. E forse, sei già più vicino di quanto pensi.
Nel mio lavoro come Coach e Counselor, incontro quotidianamente persone brillanti e determinate che, spinte dal desiderio di eccellere, dimenticano una verità fondamentale: prevenire il burnout non riguarda solo la gestione del tempo o delle attività, ma inizia con una solida relazione con se stessi. Ed è qui che l’autostima entra in gioco come potente antidoto.
Quando la nostra autostima è bassa, tendiamo a ignorare i nostri bisogni, a non riconoscere i segnali di esaurimento e a perdere la percezione del nostro valore intrinseco. In queste condizioni, il burnout non è solo un rischio – è una conseguenza quasi inevitabile.
L’autostima come barriera protettiva contro il burnout
L’autostima non è semplice vanità o egocentrismo. È la profonda convinzione del nostro valore come esseri umani, indipendentemente dai risultati che otteniamo. È il fondamento su cui costruiamo confini sani, prendiamo decisioni equilibrate e ci concediamo il permesso di prenderci cura di noi stessi.
Quando possediamo una sana autostima, siamo capaci di dire “no” senza sensi di colpa. Riconosciamo che il nostro valore non dipende esclusivamente dalla produttività o dall’approvazione altrui. Comprendiamo che prenderci cura del nostro benessere non è un lusso, ma una necessità.
Ho seguito Anna, una manager di successo che lavorava regolarmente fino a tarda notte. Durante il nostro percorso, è emerso che dietro il suo comportamento si nascondeva una convinzione profonda: “Se mi fermo, dimostro di non essere all’altezza”. Questa credenza, radicata in esperienze passate, la spingeva a ignorare i segnali di allarme del suo corpo e della sua mente. Lavorando sulla sua autostima, Anna ha imparato a riconoscere il suo valore al di là dei risultati professionali, permettendosi finalmente di stabilire confini sani e di ascoltare i suoi bisogni.
I segnali di allarme che l’autostima ci aiuta a riconoscere
Una bassa autostima può rendere difficile riconoscere i segnali di burnout imminente. Quando non ci sentiamo “abbastanza”, tendiamo a interpretare l’esaurimento come una conferma della nostra inadeguatezza, piuttosto che come un segnale da rispettare.
Ecco alcuni segnali che l’autostima ci aiuta a riconoscere e onorare:
- Stanchezza cronica che non migliora con il riposo: Il corpo che chiede una pausa più profonda, non solo un weekend di recupero.
- Distacco emotivo dalle attività che prima amavamo: La mente che si difende dal sovraccarico emotivo.
- Cinismo e irritabilità crescenti: La frustrazione che emerge quando ignoriamo i nostri bisogni.
- Calo dell’efficienza nonostante le ore di lavoro aumentino: Il paradosso dell’esaurimento che riduce la nostra produttività.
- Disturbi fisici ricorrenti: Il corpo che parla quando la mente non vuole ascoltare.
Una sana autostima ci permette di vedere questi segnali non come debolezze da nascondere, ma come indicatori preziosi che ci guidano verso scelte più equilibrate. Ci dà il permesso di ascoltarci e di rispondere ai nostri bisogni con compassione e rispetto.
Come l’autostima cambia il nostro rapporto con il lavoro e le responsabilità
Quando costruiamo una solida autostima, il nostro rapporto con il lavoro e le responsabilità si trasforma profondamente. Non lavoriamo più per dimostrare il nostro valore, ma per esprimere le nostre capacità. Non ci sacrifichiamo più sull’altare della produttività, ma cerchiamo un equilibrio che nutra la nostra energia e creatività.
Marco, un imprenditore che seguivo, era abituato a rispondere “sì” a ogni richiesta dei clienti, anche quando questo significava lavorare nei weekend o sacrificare tempo prezioso con la famiglia. Durante il nostro percorso, ha compreso che questo comportamento nasceva dal timore di non essere “abbastanza valido” se avesse posto dei limiti. Lavorando sulla sua autostima, Marco ha imparato a valutare le richieste in base a criteri oggettivi, non emotivi, e a comunicare i suoi confini con assertività e rispetto.
L’autostima ci permette di:
- Stabilire confini sani senza sensi di colpa
- Chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno
- Delegare in modo efficace
- Prenderci pause rigeneranti senza sentirci in colpa
- Valutare le opportunità in base al nostro benessere, non solo ai risultati
Questo non significa lavorare meno o con meno impegno. Al contrario, significa lavorare in modo più intelligente e sostenibile, preservando la nostra energia e la nostra passione nel lungo periodo.
Strumenti pratici per rafforzare l’autostima e prevenire il burnout
La buona notizia è che l’autostima può essere coltivata e rafforzata con pratiche quotidiane. Ecco alcuni strumenti che utilizzo con i miei clienti e che puoi iniziare ad applicare fin da subito:
- Pratica la mindfulness quotidiana: Dedica almeno 10 minuti al giorno all’ascolto consapevole di te stesso. Questo ti aiuterà a riconoscere i segnali di stress prima che si trasformino in esaurimento.
- Crea un “diario dei successi”: Annota ogni sera tre cose che hai fatto bene durante la giornata, anche le più piccole. Questo contrasta la tendenza a focalizzarsi solo sugli errori o sulle mancanze.
- Stabilisci confini non negoziabili: Identifica almeno tre confini che non sei disposto a superare (ad esempio, non controllare le email dopo le 20:00, non lavorare nei weekend, prenderti una pausa pranzo completa).
- Pratica l’auto-compassione: Quando fai un errore o non raggiungi un obiettivo, parlati come parleresti a un amico caro. L’auto-critica severa è un predittore significativo di burnout.
- Crea rituali di transizione: Stabilisci rituali che segnano il passaggio tra lavoro e vita personale, aiutandoti a “staccare” mentalmente (una passeggiata, una doccia, un momento di meditazione).
- Rivedi regolarmente le tue priorità: Chiediti: “Questo impegno riflette d
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