Quando una persona subisce abusi, spesso si sviluppa una condizione psicologica nota come “impotenza appresa”. Questo fenomeno si verifica quando la vittima crede di non avere il controllo sulla situazione e si rassegna a subirla, convinta che qualsiasi tentativo di reazione sarebbe inutile o addirittura dannoso.
La mente entra in uno stato di blocco, alimentato dalla paura, dalla svalutazione dell’autostima e dalla dipendenza emotiva o economica. Questo porta la vittima a rimanere intrappolata in un circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire. Ma la verità è che spezzare questo ciclo è possibile.
La paura delle conseguenze
Uno dei principali fattori che impediscono alla vittima di reagire è la paura delle ritorsioni. Chi abusa esercita un controllo basato sulla minaccia, rendendo difficile qualsiasi tentativo di ribellione. Il timore di peggiorare la situazione, di subire violenze ancora più gravi o di essere completamente abbandonati, può paralizzare.
Il primo passo per uscire da questo stato è riconoscere la paura e capire che esistono vie d’uscita sicure, come il supporto psicologico e legale. Avere una rete di persone fidate può fare la differenza.
La svalutazione dell’autostima
Gli abusi costanti erodono la fiducia in se stessi. La vittima inizia a credere di non valere abbastanza, di non meritare rispetto o di non avere alternative. Questo senso di impotenza diventa una gabbia invisibile che impedisce di vedere le possibilità di cambiamento.
Lavorare sull’autostima attraverso un percorso di supporto è fondamentale per ricostruire la fiducia in sé e riscoprire il proprio valore. Pratiche come la mindfulness, il coaching e il counseling possono aiutare a rafforzare l’autoefficacia e a ritrovare il coraggio di prendere in mano la propria vita.
La dipendenza emotiva ed economica
In molti casi, l’abusante crea una dipendenza nella vittima, che può essere sia emotiva che economica. Questo rende ancora più difficile allontanarsi dalla relazione tossica, perché la paura di non farcela da soli prende il sopravvento.
Diventare indipendenti, anche a piccoli passi, può aiutare a costruire una nuova sicurezza personale. Informarsi su risorse di sostegno economico e cercare aiuto professionale sono strategie cruciali per rompere questa dipendenza.
La normalizzazione dell’abuso
Quando gli abusi si ripetono nel tempo, la vittima può iniziare a considerarli “normali” o inevitabili. Il cervello si abitua alla sofferenza, e si instaura una forma di accettazione passiva che rende ancora più difficile spezzare il ciclo.
Riconoscere che ciò che si sta vivendo non è accettabile è il primo passo verso il cambiamento. La consapevolezza porta alla possibilità di cercare aiuto e di ricostruire la propria vita su nuove basi.
Come uscire dall’impotenza appresa
Liberarsi da questa condizione non è semplice, ma è assolutamente possibile. Ecco alcuni passi per iniziare:
- Riconoscere il problema: Capire che la situazione non è normale e che si ha diritto a una vita libera dalla violenza.
- Cercare supporto: Parlare con amici, familiari o professionisti del settore (counselor, coach, psicologi) per ricevere aiuto e consigli pratici.
- Lavorare sull’autostima: Riprendere contatto con se stessi attraverso percorsi di crescita personale e tecniche di empowerment.
- Pianificare un’uscita sicura: Se la situazione è pericolosa, è importante organizzare un piano per allontanarsi in sicurezza, magari con l’aiuto di associazioni specializzate.
- Ricostruire la propria indipendenza: Cercare opportunità per diventare più autonomi, sia emotivamente che finanziariamente.
La libertà è un diritto di tutti. Non bisogna mai smettere di credere nella possibilità di cambiare e di costruire un futuro sereno e appagante.
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