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l Counseling è una professione di aiuto tipica di una società veloce e competitiva (non a caso nasce in America e si diffonde specialmente nei paesi anglosassoni, dove peraltro è considerata al pari della psicoterapia).
Il Counselor è un professionista qualificato, esperto in comunicazione e specializzato nella relazione d’aiuto. Per svolgere la professione è necessaria una solida base formativa nel campo delle scienze psicosociali (laurea in sociologia, comunicazione, psicologia, scienze dell’educazione, pedagogia, servizio sociale) a cui fa seguito un percorso specialistico post-laurea, come un master o un solido percorso erogato da strutture qualificate e riconosciute.
Ma sia chiaro: per svolgere la professione non sono sufficienti né il sapere né il saper fare. É fondamentale il saper essere del Counselor.
A chi mi ha chiesto perché ho deciso di svolgere la professione ho dato una risposta del genere: riconosco quanto alcune mie caratteristiche e attitudini, unitamente ad alcuni eventi significativi della mia vita personale, siano stati la chiave d’accesso a questo genere di percorso, o meglio la risposta ad una chiamata che ho sentito.
Fare il Counselor mi permette di sentirmi intera, perché sono mente, cuore e corpo, tutta intera, che creo valore per la persona che ho di fronte.
Senza capacità analitica, senza intelligenza emotiva, empatìa, una buona predisposizione al pensiero laterale, senza una significativa auto-consapevolezza e senza la vocazione di voler esplorare se stessi come di sostenere gli altri nella risoluzione delle proprie indecisioni, dei propri problemi o dei propri disagi o tormenti emotivi, non si può fare il Counselor.
Ecco perché più che una professione che si fa, a me piace dire che si è Counselor. Perché in un certo qual modo lo si è per natura, si riceve la chiamata, per poi esercitare l’attività.
Mi piace anche sottolineare che si tratta di una competenza, se inserita in un contesto aziendale.
Nella mia esperienza professionale nelle aziende, mi rendo conto quanto ci sia del mio essere Counselor. Ogni lavoro come ogni contesto professionale implica del resto la relazione con gli altri, implica comunicare, capirsi, per fare in modo che gli obiettivi siano realizzati nel migliore dei modi possibili.
Alla base di qualsiasi approccio nel Counseling c’è un pensiero: ognuno di noi ha in sé le soluzioni alle sue problematiche. La persona è la più grande conoscitrice di se stessa. Non a caso la rivoluzione del Counseling rispetto alla Psicologia tradizionale è che mette al centro la persona (il cliente, non il paziente) nel senso più ampio del termine.
Perché noi esseri umani siamo infinitamente dotati di risorse. Il punto è che il più delle volte non siamo capaci di conoscerle (le nostre stesse risorse). Non siamo capaci di utilizzarle a nostro vantaggio, ci facciamo prendere dal negativo e andiamo alla deriva. Facciamo finta di niente, pensiamo che le cose si risolvano da sole, molliamo e ci facciamo andar bene le cose e le persone della nostra vita…
Chi si rivolge a un Counselor, è orientato alla crescita personale. Non solo ha il desiderio di esplorare alcune aree della propria esistenza, di conoscersi meglio, di raggiungere degli obiettivi, di risolvere dei conflitti. Chi si rivolge a un Counselor non sta andando da un Consulente né da un Coach. Non sta andando né da uno Psicologo o da uno Psicoterapeuta. Il Counselor diventa una guida e una persona di grande fiducia per la persona, che sostanzialmente ha deciso di riprendere in mano la sua vita, e non possono passare degli anni. La vita è ora, è adesso che possiamo cambiare la nostra esistenza. Non si tratta di scandagliare il passato, di andare alla ricerca di chissà che cosa per capire come ci siamo arrivati, oggi, in una determinata situazione.
Il Counseling sta nel presente. Guarda al futuro. La relazione di Counseling aumenta la qualità della vita perché gli insights che produce cambiano la vita da oggi, sono immediatamente spendibili nella quotidianeità di tutti i giorni.
Il Counselor non è un investigatore. Non ti giudica. Non ti dice quello che devi o non devi fare, non ti suggerisce come devi o non devi essere, non ti attacca delle etichette mettendoti al corrente di ciò che non funziona di te, facendoti sentire sbagliato o patologico. Non ti dà le sue soluzioni. No.
Il Counselor lavora sulla salute, sta su quello che porti tu all’interno della relazione. Ti conosce incontro dopo incontro, attraverso tecniche specifiche di ascolto attivo e una vasta gamma di teorie e approcci metodologici, ti restituisce la consapevolezza che non hai di te, ti aiuta a tirare fuori il potenziale che hai e a sperimentare nuove modalità di essere e di fare.
Il Counselor migliora la qualità della tua vita, rendendoti libero*a e realizzato*a.
Ma da chi?
Dalle tue convinzioni limitanti, dal pensiero distorto che hai di te, dalla non conoscenza di chi sei, di come funzioni, di quello che vuoi. Dall’incapacità di uscire da una situazione difficile, da una relazione che ti sta disintegrando, da atteggiamenti che hai ma non vorresti…
Mi è capitato più volte che qualcuno mi dicesse “La tua è passione, si sente”. Ecco, questo mi rende felice onestamente. E solo chi svolge una professione di aiuto o ha nel sangue quel desiderio di poter essere utile agli altri capisce che cosa sto dicendo.
Il Counseling è win-win. Vinci tu vinco io.
Ci possiamo guardare tutta la vita allo specchio, ma il punto è che cosa ci vediamo lì dentro. Che cosa vogliamo farne di noi stessi. La differenza la fa stare in contatto con se stessi. Con ciò che davvero siamo, non con ciò che pensiamo di essere o vorremmo diventare. La realizzazione personale richiede consapevolezza.
L’accettazione resta il primo passo per acquisire quella consapevolezza che conduce al cambiamento. Vuoi partire da te? Allora chiedi sostegno a un Counselor. Io ci sono, e non vedo l’ora di conoscerti.